Chi sono le socie?

Donne dell’attuale generazione delle nonne

L’immagine tradizionale delle nonne è superata. Ma qual è quella nuova? Le donne della generazione delle nonne hanno un passato in cui sono state – e a volte sono ancora – attive professionalmente, impegnate in ambiti culturali e politici ed hanno partecipato a progetti sociali ed ambientali. Sono donne o nonne che accudiscono i nipotini o figli altrui, si occupano di parenti anziani e sono attivamente coinvolte in temi intergenerazionali, dentro e fuori la propria casa.

Le “nuove nonne” – le AveEve – continuano ad impegnarsi per un mondo migliore nel quale far crescere i propri nipoti o la giovane generazione in generale. Possono essere attive nella collettività, agire assieme e – forti della loro esperienza – marcare la presenza di un pensiero femminile nella gestione dei diversi temi inerenti alla terza età. Si pongono domande rispetto alle modalità di relazione intergenerazionali in seno alla famiglia alle quali vogliono dare delle risposte.

Sono donne – con o senza nipoti, sposate, vedove, divorziate o single - che vogliono essere attive nell’ambito delle scelte politiche inerenti agli spazi, le abitazioni per le persone anziane e si vogliono impegnare nella loro progettazione e creazione.

Sono donne che assieme curano ed alimentano un fuoco sul quale cucinare nuovi progetti legati al loro momento di vita, sostenibili anche per le prossime generazioni. Un fuoco al quale affidare tutti quegli ingredienti scaturiti da lunghe esperienze, che possono contribuire a creare nuove ricette per vivere in modo creativo questa stagione della vita, contrapponendo alle immagini stereotipate la capacità di inventarsi non solo nel proprio ruolo ma anche nel rivendicare la proprie diversità e individualità.

Siamo la "generazione della prima volta" e sulle nostre vite abbiamo sperimentato, talvolta felicemente talvolta dolorosamente, tante prime volte. Ancora ci viene proposta, o noi stesse ci proponiamo, una prima volta. Ci spetta e credo, senza inseguire le lusinghe di un forzato happy end, che siamo disponibili a sperimentarci di nuovo.
Tratto da “Donne e nonne” - Claudia Alemani e Maria Cristina Fedrigotti, ed. Impronte, 2012