6° Convegno 2018: Incontrare la vecchiaia

6° Convegno: sintesi

Casa del Popolo, Bellinzona – 25 ottobre 2018

 

Introduzione

Norma Bargetzi, coordinatrice di AvaEva, apre la giornata dando a nome del comitato il benvenuto alle presenti ed esprimendo il piacere del ritrovarsi con coloro che già si conoscono e con tante altre che partecipano per la prima volta.
AvaEva è attiva ormai da 5 anni, un lustro che nella sua etimologia significa: lucente, che rileva uno stato di benessere. AvaEva in questi 5 anni di attività si è fatta portavoce di temi importanti relativi all’invecchiamento femminile dando luce a risvolti spesso “in ombra” di una tappa di vita per la quale non esistono modelli a cui riferirsi. Augura che anche la giornata odierna sia sotto l’auspicio di questa definizione: stare bene assieme!

Norma Bargetzi trasmette i saluti di tante avaeve che per diversi motivi non possono essere presenti.
Trasmette pure i saluti di Jessica Schnelle, responsabile del progetto Generazioni del Percento culturale Migros, che augura una giornata proficua e aggiunge: “Bello come siete riuscite a continuare il lavoro da quando vi siete costituite in associazione! Complimenti per come riuscite a dare spazio ai temi importanti che concernono le donne della generazione delle nonne. Donne come voi sono necessarie!”
Silvia Vigetti Finzi, già relatrice al Convegno di AvaEva 2014, ci trasmette i suoi saluti: “Io vi trovo bravissime e partecipo con la mente e con il cuore a tutti gli eventi. È vero che viviamo in un’epoca di individualismo ma per noi, vissute in epoche migliori, questa limitazione non vale, almeno a mio avviso. Colgo l’occasione per augurarvi il successo che le vostre iniziative meritano.”

Norma Bargetzi presenta le membre del comitato: Daniela Abruzzi, Romana Camani-Pedrina, Raquel Galli Zirpoli, Frieda Lüscher, Barbara Stämpfli e Anita Testa Mader. Introduce poi al tema della giornata attraverso una vignetta inviatale da Daniela Abruzzi, attualmente all’estero:

 Mafalda Vintage

 

Noi la vecchiaia la vogliamo incontrare diversamente. Attraverso spazi di scambio, condivisone, riflessione e approfondimento dei temi che ci concernono in prima persona a livello individuale ma anche collettivo. Spazi creativi, intimi, che vanno dall’occuparsi della morte, alla condivisone durante camminate attraverso percorsi particolari, dalla riflessione sui valori trasmessi o forse anche persi, alla sessualità femminile over 60 quale grande tabù. L’invecchiamento al femminile è il nostro tema, ecco perché desideriamo chinarci in un contesto allargato quale quello del convegno su questo tema. Con la fiducia reciproca che ormai ci contraddistingue, in un’atmosfera di amicizia e solidarietà, e con il prezioso contributo di un’esperta in temi di femminilità ed anzianità.

Relazione di Marina Piazza: Incontrare la vecchiaia > Leggi

Presentazione di testimonianze:
–  di bambine e bambine della scuola d’infanzia di Pregassona
– disegni di un gruppo di esploratori
– scritti di giovani d’ambo i sessi che hanno risposto con disegni e testi allo stimolo “donna anziana”
   > Guarda la galleria disegni piccoli > Guarda i testi dei piccoli

 

Sintesi dei colloqui nei gruppi

Nel pomeriggio le partecipanti si sono suddivise in tre gruppi per discutere e approfondire tra loro le riflessioni sui temi sollevati nella mattinata.

 

Atelier 1 – “Incontrare la vecchiaia”  – con la partecipazione di Marina Piazza – Moderazione: Anita Testa-Mader e Romana Camani-Pedrina

Anita Testa ha introdotto la riflessione ricordando che, se il gruppo milanese animato da Marina Piazza nell’ambito di un corso presso la Libera Università delle donne aveva affrontato un po’ tutti i temi legati all’invecchiamento femminile, all’interno di AvaEva questa riflessione a tutto tondo avviene piuttosto in seno in gruppi tematici.

Il gruppo ha poi approfondito alcuni aspetti legati alla relazione della mattina, confrontando anche la nostra esperienza ticinese con quella milanese riportata dalla relatrice. Fra i temi evocati – e in riferimento alla prima vecchiaia fra i 65 e i 75 anni – ne ricordiamo qui alcuni in particolare:

–  La presa di coscienza della nostra crescente vulnerabilità.
–  La percezione di uno scollamento fra mente e corpo (in cui la prima è vivace e attiva come sempre e il secondo fatica a seguirla, o la prima fatica ad accettare i limiti imposti dal secondo). I malanni anche non gravi e gli acciacchi del corpo ci  preoccupano perché ci si profila lo spettro di una malattia vera.
–  La rivendicazione di un diritto a invecchiare, con la possibilità di essere sé stesse, magari anche incapaci per alcuni aspetti, di fronte p.es. a famigliari che non vogliono vederci invecchiare e ci vorrebbero energiche e scattanti come in passato (qualcuna evoca anche il diritto di non tingersi più i capelli).  Ciò implica, oltre ad accettarci noi stesse, lo sforzo supplementare di doversi a volte imporre per essere accettate come siamo.
–  L’importanza dell’amicizia in questa fase di vita e delle opportunità di scambio, verifica, sostegno che offre; ma si ricorda anche che tante amicizie scompaiono, che ora è difficile allacciarne di nuove e queste, contrariamente alle amicizie di una vita, sono puntuali, legate a singoli interessi specifici (libri, cinema, camminate, ecc.).
–  La necessità di un pizzico di autoironia. Ma anche di avere uno sguardo benevolo su di sé.
–  Le contraddizioni di questa fase di vita: la libertà, la possibilità di porre i nostri bisogni davanti a quelli degli altri, talvolta però anche la necessità di imporre loro il nostro stato del momento; la necessità di accettare situazioni che prima aborrivamo ma che ora riconosciamo che ci convengono. Qualcuna ritiene che questo sia il periodo più sereno se non felice della sua vita; altre parlano di un senso di torpore, indecisione che aleggia, quasi un’anticamera del vuoto, e della difficoltà di attendere che le cose si chiariscano.

A questo proposito Marina Piazza ci ricorda che la vecchiaia è un periodo interessante ma difficile. Prima di concludere, Anita Testa ci riporta al passaggio che chiude il libro “Incontrare la vecchiaia” in cui Marina Piazza riporta una sua esperienza di malattia esortando le lettrici a “imparare a chiedere per sé”. Nel gruppo l'autrice sottolinea l’importanza per noi di saper “accettare il dono”.

Al termine vengono distribuite alcune schede con degli estratti del libro di Marina Piazza quale stimolo a continuare la riflessione su alcuni temi che punteggiano questa nostra fase di vita.

 

Atelier 2 – “Loro come ci vedono?” – Moderazione: Barbara Stämpfli e Sonja Crivelli

Il gruppo era composto da dieci donne, noi comprese. Ci siamo messe in cerchio e abbiamo iniziato a proporre le domande che avevamo preparato.

La presentazione fatta sul come ci vivono i bambini attraverso i loro disegni, i testi scritti dalle bambine e il filmato hanno fatto nascere una discussione che ha coinvolto  tutte. Ci siamo rese conto che le bambine, i bambini e le ragazze hanno disegnato e parlato soprattutto delle nonne e non delle donne anziane. Alcuni disegni e scritti hanno suscitato commozione perché abbiamo sentito che ci amano.

Dalla nostra esperienza risulta che i rapporti e le conoscenze delle persone anziane avvengono quasi esclusivamente nella cerchia famigliare. Sono piuttosto rare le occasioni e i momenti di condivisione intergenerazionali.Ci siamo rese conto che il nostro ruolo comprende anche quello di portatrici di segreti nostri e loro. Quante volte noi nonne non abbiamo raccontato episodi o condizioni della nostra vita alle nostre figlie e figli? Ora abbiamo un ruolo diverso nei confronti delle e dei nipoti e siamo maggiormente disposte a raccontarci. Segreti che riguardano le nostre paure, oppure le difficoltà incontrate durante il nostro percorso di donne e genitori. Anche le e i nipoti confidano i loro piccoli segreti e questo ci autorizza a pensare che siamo visibili, che sono consapevoli dei nostri ruoli e che ci danno fiducia. Abbiamo anche avuto la sensazione che il nostro invecchiare non è vissuto e raccontato come di solito il mondo che ci circonda ci descrive. La nostra anzianità è normale, fa parte della loro vita.

Noi donne di AvaEva svolgiamo un compito importante nell'infrangere lo stereotipo della vecchiaia e della donna vecchia, un'immagine e un'identità diverse dalle nostre mamme e nonne. Stamattina abbiamo potuto cogliere come le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi sanno cogliere degli aspetti che a noi sembrano evidenti ma che vengono sottolineati positivamente come quello dell'uso dei mezzi informatici. Spetta quindi a noi dimostrare che abbiamo desideri, progetti, interessi e positività.

Alla fine abbiamo chiesto se qualcuna del gruppo avesse dei suggerimenti per AvaEva. Molte hanno proposto di continuare questo modo di indagare soprattutto chiedendo di entrare nelle scuole. E’ un tema che sarebbe interessante discutere con docenti e allievi delle scuole medie e forse anche alle elementari. Si è pure parlato dell'importanze di creare case per anziani integrate a pieno titolo nel tessuto sociale.

 

Atelier 3 – “Eva anziana” – Moderazione: Frieda Lüscher e Norma Bargetzi

Le circa 15 partecipanti si sono espresse in merito al loro desiderio di condividere temi inerenti a Eva la donna anziana, e non solo la nonna, quale è stata molto evidenziata nella presentazione delle testimonianze dei bambini e ragazzi riportate al mattino. Si constata che le associazioni mentali che emergono dalle testimonianze raccolte riproducono stereotipi ruotanti attorno alla “nonna di Cappuccetto Rosso”, che non corrispondono più alla realtà.

Le donne vecchie single sembrano non esistere nella rappresentazione collettiva: alla donna anziana viene subito associata la figura della nonna. Ci si interroga rispetto all’identificazione della donna con lo stato di famiglia: come contrapporre un’altra immagine? Marina Piazza parlava nella sua relazione di doppia discriminazione: donna vecchia in un mondo patriarcale. Per la donna single vecchia la discriminazione è dunque addirittura tripla.

Non abbiamo modelli ai quali orientarci. Siamo pioniere per nuovi vissuti e nuovi modelli? Ci ricolleghiamo a esperienze passate, dove il coraggio per la diversità di opinioni e nuovi modelli di vita sono stati importanti. L’importanza della solidarietà e condivisione è evidenziata dallo scambio in questo contesto, dove esperienze e vissuti arricchiscono la riflessione in merito al nostro incontro con la vecchiaia.

Concludiamo con l’idea di una partecipante a raccogliere testimonianze di donne vecchie da presentare in un contesto di scambi culturali (es. La Filanda di Mendrisio). Il progetto verrà segnalato nella prossima NL di AvaEva.

 

Presentazione di un nuovo progetto

Barbara Stämpfli presenta un idea maturata negli scorsi anni.

AvaEva è diventata interlocutrice per temi inerenti alla vecchiaia femminile. Vorremmo creare uno spazio definito per le richieste di consulenza, ascolto e sostegno che ci giungono. Uno spazio di triage da dove poter indirizzare le richieste a servizi già esistenti, ma anche un’offerta di ascolto per temi specificamente femminili come pure una messa in rete di donne anziane toccate da temi simili che le connettono e concernono. Crediamo che il non essere viste e riconosciute non aiuta ad avere una buona qualità di vita: qualità di vita che non comprende esclusivamente buone finanze, buona salute e sopravvivenza.
Per la realizzazione di questo spazio ci occorre innanzitutto la disponibilità di aveeve interessate al tema. Con loro si definiranno ulteriormente le possibili connotazioni di quest’idea e si elaborerà un progetto concreto.

 

In conclusione…

La giornata si chiude con un momento musicale di canti di donne della nostra regione raccolte e interpretate da Luisa Poggi e Aurelio Beretta della Vox Blenii che ci ricordano la forza e la ricchezza del canto per esprimere tanti temi inerenti all’essere donna!

Foto della giornata