Convegno 2014: Relazione di Silvia Vegetti Finzi

Camminando sul percorso delle nonne

di Silvia Vegetti Finzi |  Albergo Pestalozzi, Lugano – 9 ottobre 2014

 

Certo non ci sono più i nonni di una volta. Ne esistono però di nuovi, più longevi, aggiornati, curiosi, talvolta ancora professionalmente attivi, ben poco disposti a farsi da parte e sempre più capaci di misurarsi con relazioni sociali e familiari profondamente mutate.

Nel corso dell’ultimo Convegno di AvaEva, che si è tenuto a Lugano il 9 ottobre scorso, Silvia Vegetti Finzi ha offerto un interessante spaccato di questa realtà partendo dal reciproco, inedito rapporto tra l’ultima generazione di nonni e quella dei loro giovanissimi nipoti. I nonni di oggi, cresciuti per lo più negli anni del miracolo economico, hanno partecipato alla modernizzazione della società, hanno fruito di un benessere diffuso, ma hanno anche assistito agli sconvolgimenti prodotti dagli anni della contestazione, al rovesciamento dei canoni e dei valori della tradizione. Hanno avuto tanto dalla vita e ora sono disposti a dare tanto, a ricominciare a mettersi in gioco. Proprio mentre tante esperienze di vita si concludono (nella terza età si va in pensione, si viaggia meno, gli amici diminuiscono, gli sport diventano troppo impegnativi ) la nascita di un nipote permette di sostituire alla parola “ fine” la parola “segue”.

Mentre una volta i nonni erano vecchi vecchi, spesso stanchi e pertanto disposti a mettersi da parte, a rappresentare figure significative ma secondarie nell’ambito della famiglia, ora occupano il centro della scena.

Attualmente, in un periodo di crisi caratterizzato dall’eclisse degli ideali politici, dalla precarietà del lavoro, dalla fragilità della coppia e della insufficienza della scuola, nonne e nonni, seppure in modo diverso, sembrano costituire l’unico solido architrave della famiglia. Spesso garantiscono ai figli un consistente aiuto economico e suppliscono alla generale carenza di servizi per l’infanzia prendendosi cura dei nipoti. Esentati da compiti educativi diretti, possono sperimentare il piacere di condividere con i bambini ambiti di libertà, di fantasia e di gioco, ricevendone in cambio affetto e complicità.

Non esiste un più efficace Elisir di giovinezza! Accanto a un bambino che cresce non c’è posto per la vecchiaia. Tanto più che i più piccoli non si rendono conto della nostra età, e dei nostri limiti, e spesso ci considerano amici e coetanei. In caso di separazione familiare, la funzione dei nonni diviene essenziale perché ,mentre tutto sembra crollare, garantiscono a tutti, in particolare ai nipoti, ambiti di continuità e di sicurezza.

Ma proprio perché la “nonnità” svolge una funzione importante, talora essenziale, è sottoposta più che in passato a un carico di aspettative, richieste, pressioni e persino a ricatti affettivi difficile da governare. E’ necessario che i nonni, soprattutto le nonne, non si lascino travolgere da richieste eccessive ma preservino uno spazio di tempo e una quota di energie anche per sé. Nonni stanchi e depressi, che accudiscono i nipoti senza piacere, senza gioia, possono nuocere a se stessi e gli altri. Essere nonni è un premio, non una punizione!

Le numerose testimonianze raccolte da Silvia Vegetti Finzi ,nel libro Nuovi nonni per nuovi nipoti, organizzate, selezionate e analizzate per argomenti, formano un racconto a più voci in cui caratteri e storie molto diverse si incontrano e si confrontano. Le più vive e interessanti sono state lette durante il Convegno da una formidabile nonna ticinese di 85 anni, presente con la giovane nipote, e da una partecipante che si è gentilmente proposta. Ascoltandole, i presenti sono stati sollecitati a rievocare le loro esperienze, spesso vivissime e attuali, a esprimere emozioni e trepidazioni, a condividere dubbi e inquietudini. In mancanza   di identità precostituite, di ruoli prefissati, di mappe già tracciate ( non esistono scuole che insegnino a fare i nonni), è importante, per non smarrirsi, procedere insieme e, con fiducia, confidarsi reciprocamente cercando il modo migliore per superare i dispiaceri e godere dei piaceri, che sono tanti e profondi.

Nonni nuovi dunque, anche nella rinnovata consapevolezza del proprio ruolo, nella capacità di farsi tramite della memoria individuale e collettiva, e di aprire alle giovani generazioni orizzonti di fiducia e di speranza.

Non a caso è più facile che, a esprimere gratitudine, siano i nipoti piuttosto che i figli. Capita che i più piccoli, nel momento del commiato, spontaneamente dicano: “ GRAZIE NONNA e GRAZIE NONNO”. Che cosa volete di più dalla vita?

 

Silvia Vegetti Finzi – nonna di tre nipoti di 12, 10 e 3 anni – ha insegnato Psicologia dinamica all’Università di Pavia , collabora regolarmente con il   Corriere della sera e conduce rubriche psicologiche di consigli, in Internet, sul Blog “ Psiche lei” di IOdonna oltre che sulle riviste “Insieme” e “ Azione”, settimanale della Migros Ticino. Con i suoi libri accompagna da molti anni il percorso della coppia, dalla sua costituzione sino alla nascita e alla crescita dei figli. Fra i suoi numerosi libri ricordiamo, editi da Mondadori : Il bambino della notte (1990), Il romanzo della famiglia (1992), Volere un figlio (1997), Quando i genitori si dividono, le emozioni dei figli (2005) e Nuovi nonni per nuovi nipoti.

Molti genitori ed educatori conoscono e consultano la trilogia, scritta con Anna Maria Battistin : A piccoli passi (1994), I bambini sono cambiati (1996), L’età incerta. I nuovi adolescenti (2000).

Altri saggi sono: Parlar d’amore: le donne e le stagioni della vita (2003), Rizzoli, Silvia Vegetti Finzi dialoga con le mamme, Fabbri (2004) e La stanza del dialogo, Casagrande Editore, Bellinzona, 2009.

«Diventare nonni significa aprire un capitolo inedito della propria storia: sostituire il termine “fine” con “segue”, abbandonare rimorsi e rimpianti riconoscendo di aver ricevuto dalla vita un dono che comporta un inestimabile supplemento di gioventù.»